Pubblicata la nuova EN ISO 1:2022

La EN ISO 1 definisce la temperatura normale di riferimento, i “famosi” 20 °C che tutto il mondo dimensionale utilizza quotidianamente. A giugno ne è stata pubblicata una nuova versione (ed. 4); è forse cambiato il valore di 20 °C? Certo che no, sarebbe un terremoto mondiale neanche da prendere in considerazione. E allora, perché una nuova versione?

La definizione del metro (basata sul secondo e sulla velocità della luce in vuoto) è indipendente dalla temperatura. Ma quando si debbano misurare dimensioni e forme di oggetti fisici, oppure indicare a disegno tolleranze dimensionali e geometriche, la temperatura interviene eccome perché tutto si espande e si contrae con la temperatura e si deforma con i gradienti termici e con materiali disomogenei.

La necessità di fissare una temperatura convenzionale è ben riconosciuta; l’ISO, fondato nel 1947, ne ha fatto oggetto del suo primo progetto normativo. Ne risultò la ISO/R 1:1951 (allora le norme erano chiamate Recommendation), che fissò la temperatura per le “misure di lunghezza industriali” a 20 °C, riprendendo una decisione del 1937 del CIPM (Comitato Internazionale dei Pesi e delle Misure). Da allora, la norma è stata rivista più volte: nel 1975 su convertita da Raccomandazione e Norma (ISO 1 ed. 1); nel 2002 venne inserita nel corpo normativo del sistema ISO GPS (Geometrical Product Specification) e ne fu di conseguenza modificato titolo e campo d’applicazione (ed. 2); nel 2016 si distinsero le definizioni di temperatura di riferimento (che può essere qualsiasi purché convenuta) e temperatura normale di riferimento (fissata a 20 °C) a beneficio delle applicazioni forzatamente lontane dei 20 °C (ad esempio un ponte in zona artica od equatoriale). Negli anni ’90 si valutò persino se modificare il valore da 20 °C a 23 °C, in analogia agli standard elettrici e per ridurre i consumi globali di condizionamento dei locali; non se ne fece nulla, perché sarebbe stato inaccettabile mantenere sul mercato due versioni di un medesimo componente di precisione di ricambio; ad esempio, un componente da 200 mm (1975) e uno da 200 mm (199X).

L’edizione 4, pubblicata il 2022‑06‑14, nasce da un’osservazione del 2018 del CCL (Comitato Consultivo per la Lunghezza del CIPM), ripresa da documenti ufficiali del CCT (Comitato Consultivo per la Termometria del CIPM). A 20 °C, la temperatura termodinamica e quella internazionale secondo la ITS‑90 (International Temperature Scale of 1990) differiscono di 2,8 mK; non molto nelle applicazioni dimensionali (3 × 10‑8 per l’acciaio), ma ben rilevabile nelle tarature dimensionali più spinte; il valore di 20 °C scritto nella norma a quale delle due temperature si riferiva?

Il CCL avviò una consultazione con il CCT e infine portò il problema alla ISO/TC 213 titolare della ISO 1. Si fece parte attiva di tutto il processo proprio il Presidente del CMM Club, che presiede il Gruppo di Lavoro sullo MRA del CCL e coordina lo ISO/TC 213/WG 4 responsabile della ISO 1, divenendo infine il responsabile del progetto normativo che ne seguì. La nuova edizione chiarisce che 20 °C è il valore secondo la ITS‑90, rispetto alla quale è tarata la stragrande maggioranza dei termometri nel mondo.

In virtù degli accordi di collaborazione ISO/CEN (Accordo di Vienna), la norma è stata pubblicata congiuntamente come EN ISO 1:2022 (2022‑06‑29); l’UNI è tenuto a recepire a breve questa norma europea come UNI EN ISO 1:2022.

Questo progetto normativo vanta due risultati particolari: la rapidità d’esecuzione (28 mesi dalla proposta di nuovo progetto alla pubblicazione, quasi un record) e il caso virtuoso di collaborazione fra metrologia primaria (CCL e CCT) ed ente normativo (ISO/TC 213). A quest’ultima è stata poi data forma permanente mediante la liaison ufficiale del BIPM con la ISO/TC 213.

Per maggiori dettagli sulla storia e motivazioni della ISO 1 (a meno dell’ultima revisione), vedi qui.

CMM CLUB

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